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lunedì 22 febbraio 2010

Fwd: Donne Madri latte avvelenato Fw: latte materno, diossine e pcb

---- Original Message -----

From: "Patrizia Gentilini" <patrizia.gentilini@villapacinotti.it>
To: "giulia lo pinto" <antonio.fabbri.leg@alice.it>
Sent: Tuesday, February 16, 2010 8:24 AM
Subject: latte materno, diossine e pcb

> Cari Amici,
> in questo articolo ho affrontato un tema delicatissimo: quello
> dell'inquinamento del latte materno...
> Dobbiamo diffondere queste conoscenze anche se scomode perchè vogliamo
> dare Vita e non veleni!
> Patrizia Gentilini
>
>


carissima Patrizia,

                                           ti ringrazio per questo studio sperimentale, la tua ennesima fatica, costruita per noi e per tutti con la tua incontenibile generosità.

 

 I tuoi interrogativi contengono in sè la risposta. La tua ricerca, offerta gratuitamente all'uomo comune come me, sta lì a dimostrare che l'uomo si difenderebbe dai suoi assassini solo attraverso la conoscenza, che se vuole, egli si può conquistare.

La conquista della sua libertà minima, cioè la libertà di vivere senza suicidarsi, dipende sempre di più dal suo sacrificio.Di voler sapere.

 

Ma il sacrificio di energie necessario per la conoscenza diventa ogni giorno più radicale, faticoso e doloroso. D'altra parte, già la sola necessità di sopravvivere impone un consumo enorme di tempo e di energie smisurato, per potersi pagare solo il vitto e l'alloggio. In questo modello di sviluppo la tecnologia, fingendo di dare una mano, ha in realtà invaso e confuso la mente dell'uomo quando volesse scegliere quante ore  impiegare per una possibile consapevolezza. 

A ben guardare, un abisso sempre più incolmabile si spalanca tra il desiderio e la libertà di vivere, e il tempo necessario a comprendere come si fa. In realtà il modello di sviluppo ti sta obbligando a rinunciare di fatto alla conoscenza, ormai troppo ardua, allo scopo di ricondurti diritto diritto e senza rivolte, al tuo stesso suicidio e all'omicidio degli altri.

Il potere-denaro nasce e si perpetua dentro la sua maledizione di ansia e di angoscia, scambiando il proprio cordone ombelicale per un cappio minaccioso e interrogando la luce e le ombre del suo "primo" mondo come fossero l'abbaglio dei propri fantasmi primordiali.

Il tuo studio è scientifico. E, proprio perchè sperimentale, indica una interpretazione veritiera cui affidarsi, per pretendere l'abbandono del businness velenoso dell'incenerimento dei rifiuti.

E' vero. Secondo la teoria evoluzionista, seguendo il percorso dei nostri antenati , siamo passati dalla fase di involontari predatori per natura, a quello di volontari assetati buongustai del sapore del sangue.

E certamente non sarebbe migliore il risultato etico-filosofico o etico-religioso, se dovessimo accettare più o meno le stesse conclusioni, seguendo la teoria creazionista.

Sta di fatto,a mio parere, che il "furto e la requisizione del sapere" ha fatto la storia dell'uomo.  "Il nome della rosa" (vedi libro di Umberto Eco), attraverso le interpretazioni più diverse nel tempo e nello spazio,ha promosso e perpetuato appunto il cosiddetto modello di sviluppo basato sulla distinzione tra schiavi e padroni.

Padroni dichiarati, con spada e corona, e padroni mascherati, chierici o politici, più o meno sempre sedicenti sapienti e quindi padroni anche del diritto di vita e di morte.

La conoscenza è in generale una conquista che richiede desiderio,abnegazione, sacrificio e dolore.

Come sarà possibile estenderla oggi all'uomo comune?

Come sarà possibile evitare che l'uomo si sottragga al suo destino di vittima.

Come sarà possibile che la fede in qualche panzana sia finalmente sostituita dalla consapevolezza?

 

Ciao e grazie a nome di tutti.       rino sanna              

bqueste le  Conclusioni di  Patrizia

Non aver dato, almeno fino ad ora, il giusto risalto al fatto che il latte materno, nelle aree

industrializzate, è pesantemente contaminato non può essere casuale; vien da pensare che l'aver

trascurato questo problema sia il frutto di una rimozione dei problemi più scomodi e

drammaticamente coinvolgenti, che vengono di fatto relegati in una sorta di "inconscio collettivo".

Riconoscere infatti l'esistenza di una pesante contaminazione del latte materno nelle aree

industrializzate non può non comportare, di conseguenza, il riconoscere il fallimento di un modello di

"sviluppo" di una società come l'attuale, che non si è mai curata delle conseguenze delle proprie

scelte e soprattutto delle ricadute su quella che dovrebbe essere al primo posto nei pensieri di una

comunità civile, cioè l'infanzia. Se percepiamo appieno la gravità di aver inquinato fin anche il latte

materno, non è più di consolazione sapere che determinati valori sono "nella media": essere

contaminati nella media, ammalati nella media o morti nella media non risparmia sofferenza e

dolore e soprattutto non consola quando si prende consapevolezza che questa "media" è superiore a

quanto sarebbe tollerabile o raccomandabile, non a causa di eventi ineluttabili, ma di scelte operate

deliberatamente. Il proverbiale "mal comune" deve cessare di essere considerato "mezzo gaudio" e

deve viceversa diventare lo stimolo ad unire le forze per trasformarlo in "bene comune".

..........

Per nessuna donna al mondo può esser accettabile anche solo l'idea di trasmettere al bimbo a

cui ha dato la Vita, attraverso il proprio latte, pericolosi veleni. La consapevolezza che questo,

purtroppo, è invece ciò che accade, non può non risvegliare le donne da un torpore durato già troppo

a lungo, spingendole a riprendersi il diritto di trasmettere vita e non veleni alle proprie creature!

Patrizia Gentilini- Associazione Medici per l' Ambiente- 13 Febbraio 2010

 
( leggi tutto nell'allegato studio dell'oncologa Patrizia Gentilini)

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